“Riporto in auge un articolo scritto anni e anni fa!”
Sono cresciuto nelle arti marziali con gli “anziani” che imponevano ai giovani praticanti di chiamare sempre MAESTRO l’insegnante, il maestro stesso spesso ti correggeva, e non c’era alternativa, il nome proprio non esisteva. Io non ho mai chiamato il mio maestro per nome, mai, e ancora adesso ho spesso difficoltà. Ecco, questo vorrei non avvenisse più sulle nuove generazioni e specie sui miei allievi. Non credo che il maestro si identifichi per l’appellativo, ma per ciò che è. Negli anni 80 si viveva di queste cose in tutte le arti marziali, le ho accettate e alla fine anche apprezzate, ora però non mi piacciono più e quindi qualche anno fa ho riflettuto e scritto questo:
- Non è maestro colui che si definisce tale
- Non è maestro colui che non è, e non è mai stato allievo
- Ricordati di definirti sempre allievo prima che M°
- Non si è maestri di chiunque ti trovi di fronte
- Il maestro è scelto dall’allievo, non si è maestri se ti scegli gli allievi
- Si può essere M° anche senza farsi chiamare maestro
- Non basta farsi chiamare maestro per esserlo
- Anche i maestri hanno un nome proprio
- Chiama maestro chi ritieni possa esserlo davvero per te
- Chiamalo per nome e rispettalo come M° se lo ritieni tale
- Non basta il titolo di M° per poterlo essere davvero
- Se continui a definirti M° ogni volta che ti nomini, forse pensi che molti non ti riconoscono come tale, rifletti su questo
- Se un giorno ti diranno che sei diventato M° non ci sarà bisogno di ricordarlo a chiunque, se davvero lo sei, gli altri se ne accorgeranno
Io continuo a chiamare Maestro tutti coloro che ritengo tali. Sono stato abituato così ed è difficile cambiare. Ma ad oggi per me non è più una imposizione, ma una mia scelta. Scelta che ritengo ognuno debba fare da solo.
Non poche volte mi capita di sentire “come ti devo chiamare?”
Come mi vuoi chiamare? Sono Vittorio.. e spesso dopo questo mi chiamano maestro comunque.
Non mi da fastidio essere chiamato per nome. Che siano giovani, giovanissimi, coetanei.. la sostanza non cambia, chiamami come ti senti di chiamarmi. Alcuni oggi mi chiamano “master”.. forse rende la cosa più confidenziale ma senza passare al nome. Sono quegli allievi che oggi hanno magari 20/25 anni e sono con me da quando ne hanno 5. Penso sia una cosa bella, un modo per “avvicinarsi”, ma in realtà non siamo mai stati distanti.
Môn sinh Vittorio Cera