
Avevo cinque anni quando ho iniziato a praticare Vovinam. Mio fratello Federico e mio cugino già lo praticavano, e così, quasi per imitazione, mi sono trovato anch’io su quel tatami. Filippo Melzi, una vita nel Vovinam: potrei riassumere così la mia storia. All’inizio non ero particolarmente entusiasta, anzi, il maestro mi metteva un po’ in soggezione. Mi sentivo piccolo, insicuro, ma c’era qualcosa che mi attirava: una sfida con me stesso, un desiderio nascosto di superare i miei limiti.
Ricordo le prime lezioni. Rimanevo fuori dal tatami, seduto a osservare gli altri allenarsi. Tra loro c’era Riccardo, un mio compagno di classe. Non potevo immaginare che sarebbe diventato una figura così importante per me: non solo un compagno di allenamenti, ma anche un amico prezioso con cui avrei condiviso anni di esperienze.
[video di Filippo e Riccardo nel 2014]
Dalla prima gara al significato profondo del tatami
A un certo punto, sono salito anch’io su quel tatami. Tecnica dopo tecnica, iniziavo a sentirmi un vero Vo Sinh. Dopo pochi mesi, è arrivata la mia prima gara: il Trofeo Babbo Natale. Eravamo solo in quattro, ma per me è stato un piccolo trionfo personale. Avevo iniziato a capire cosa significa mettersi in gioco e quanto possa motivare la vittoria.
Da lì ho partecipato a ogni competizione possibile. Erano occasioni divertenti e formative, momenti in cui imparavo a gestire l’ansia da gara e a tirare fuori la grinta che avevo dentro.
Nel 2017, c’è stata la selezione per il campionato europeo junior in Romania. Bastava arrivare primo o secondo. Ci ero riuscito tante volte, ma quella volta mi sono fermato al terzo posto. Riccardo, invece, è stato selezionato. Ho provato delusione e un po’ di gelosia, ma quella sconfitta mi ha insegnato una lezione importante: la vera sfida è sempre con me stesso.
Quando finalmente, nel 2019, ho partecipato al mio primo Europeo a Francoforte, ogni sacrificio è stato ripagato. In quel contesto ho scoperto il valore del Vovinam come una grande famiglia. Il tifo, i compagni, persino gli avversari: tutti parte di un legame profondo.
Oltre le difficoltà: il Vovinam durante e dopo la pandemia
Durante il COVID, non ci siamo mai fermati. Allenamenti via videochiamata, adattamenti continui, creatività. Mancava il contatto fisico, ma non la voglia di migliorare. Quando siamo tornati in presenza, prima all’aperto, poi in palestra, è stato come ritrovare una parte di me.
Subito dopo, la Federazione Italiana ha organizzato l’International Cup, con atleti da tutta Europa e dal Vietnam. Per la prima volta ho visto dal vivo atleti di quel livello. La loro tecnica e velocità mi affascinavano. In quella settimana qualcosa è cambiato: due maestri vietnamiti hanno allenato nella nostra palestra. È stato uno dei momenti più intensi del mio percorso. Mi hanno trasmesso l’amore per la precisione tecnica, e da quel momento il mio approccio all’allenamento è diventato più serio, più consapevole.
Negli anni successivi ho continuato a gareggiare, in Italia e all’estero. Anche se non sempre ho vissuto punti di svolta, ogni esperienza ha contribuito a costruire la mia identità nel Vovinam.
Insegnare per crescere: un nuovo sguardo sul Vovinam
Un cambiamento importante è avvenuto con l’esame per la cintura gialla. Il Vovinam non era più solo un’attività entusiasmante, ma qualcosa di più profondo. Allenare i bambini, poi, mi ha fatto capire quanto sia bello trasmettere ciò che ho imparato. Superare le paure, credere in sé stessi, costruire fiducia: il Vovinam insegna tutto questo.
Quest’anno, durante lo stage a Parigi, ho riscoperto il senso di appartenenza. Decine di persone, unite dalla stessa passione, si sono allenate insieme, condividendo esperienze ed energia. In momenti come questo si capisce che il Vovinam è più di uno sport: è una comunità viva, in cui ognuno, dal principiante al maestro, ha un ruolo e contribuisce a qualcosa di più grande.
Un viaggio che continua
Allenamenti, fatica, infortuni, dedizione, rinunce: il Vovinam è un viaggio fatto di momenti difficili e bellissimi. Musica nelle orecchie prima della gara, l’odore del palazzetto, i battiti del cuore: emozioni che non si possono descrivere con una sola parola.
Per me, il Vovinam è una scuola di vita. Mi ha insegnato a non mollare, a migliorarmi, a credere nella forza del gruppo. Mi ha regalato persone speciali come Riccardo e mi ha fatto sentire parte di una famiglia che supera i confini della palestra. Ogni passo è un nuovo inizio, un’occasione per crescere.
Purtroppo, la vita a volte ti sorprende. Oggi, per motivi di salute, mi trovo a dover ricominciare da capo. Saranno mesi di attesa, ma anche un tempo per riflettere, ripartire e costruire nuovi obiettivi. Perché una vera passione non si ferma: Filippo Melzi, una vita nel Vovinam, è ancora un viaggio in corso.









