Non è maestro solo colui che ti insegna qualcosa di nuovo o che ti mostra il Vovinam, è maestro colui che sa trasmetterti qualcosa che possa anche andare oltre l’arte marziale stessa.
Ovviamente non tutti possono avere vissuto in questo modo il Gran Maestro Nguyen Van Chieu, ma il Maestro Vittorio Cera con lui ha passato molto tempo negli ultimi 21 anni ricevendo proprio da lui buona parte degli insegnamenti sul Vovinam.
Allo stesso tempo il nostro Club ha avuto l’onore di poterlo ospitare più volte, le prime nella vecchia sede di viale Monza, e poi ancora nel 2009 e nel 2012 in quella attuale, ultima sua volta in Italia. In tutte queste occasioni il maestro si era prestato a far lezione ai ragazzi, farsi conoscere e fare le foto insieme a loro. Sono stati momenti indimenticabili che resteranno per sempre nel ricordo di molti atleti, anche grazie alle immagini qui di seguito.
Come forse saprete, il maestro Vittorio Cera, non appena ricevuta la triste notizia, ha organizzato subito il suo viaggio in Vietnam per andarlo a salutare un’ultima volta, così il 6 Febbraio, con il primo volo disponibile, è partito per il Vietnam per portare l’ultimo saluto al maestro da parte di tutti i Vo Sinh italiani.
“Mi hai accolto in casa tua come se fossi uno di famiglia. Era il 1999 quando feci il mio primo viaggio in Vietnam. Ti avevo conosciuto l’anno precedente in una competizione e stage sull’isola di Tenerife. Era stato un contatto veloce. La prima volta che ti incontravo ed eri insieme ad uno spettacolare team di atleti bravissimi. Erano tutte cinture rosse, un evento quasi raro in quegli anni in Europa vederne così tante insieme, e soprattutto di quel livello. Rimasi estasiato da questo Team di super atleti contro i quali ebbi l’onore di gareggiare e poi imparare cose nuove in uno stage dove imparai il Song Luyen 4 per la prima volta.
Quel viaggio in Spagna fu di ispirazione per poi andare in Vietnam e poter conoscere il Vovinam praticato nella sua terra madre, e fu così che nel luglio 1999 approdai ad Ho Chi Minh City insieme ad altri miei compagni. Loro scelsero di andare in Hotel, io invece scelsi di andare a casa del maestro. La cosa fu proposta a tutti così come ad altri atleti di altre nazioni, io accettai e mi trovai in casa del maestro con circa una decina di altri praticanti provenienti da Francia, Spagna, Romania, Marocco, Libia, tutti ospiti di questo grande maestro che a malapena ci conosceva.
Questo è stato l’inizio, ma in mezzo ci sono 21 anni di rapporti. Certo, uno può anche pensare che è un rapporto allievo/maestro a distanza, ma quando era ravvicinato era davvero intenso. Il maestro sapeva trasmettere qualcosa che è difficile raccontare e scrivere. Aveva la capacità di farsi comprendere anche non parlando la stessa lingua e soprattuttto era incredibilmente umano.
Per anni ci hanno voluto far vedere i maestri orientali di alto livello come una sorta di santoni intoccabili che ti parlano da lontano. Questo anche per colpa di alcuni maestri orientali in Europa, però fino a che non conosci le cose con mano non puoi sapere come stanno davvero le cose, e quindi pensi che sia così anche in Vietnam, e invece resti incredibilmente sorpreso come un maestro sia in grado di avere attorno a se centinia di persone che lo rispettano e seguono facendo la persona normale.
Un maestro con il quale puoi parlare, puoi andare a mangiare al ristorante, sederti vicino anche se non sei il più alto in grado al mondo e che addirittura ti chiede come stai. Cose di normale routine, ma ci avevano talmente messo nella testa cosa assurde, tipo che solo l’allievo chiede al maestro come sta, il maestro di certo non lo chiede agli allievi, che ovviamente vieni condizionato.
Era incredibile, anche in questi ultimi anni, nonostante non potesse più muoversi, cercava sempre di insegnare e mostrare qualcosa perchè non potessimo progredire comunque. Aveva uno spirito combattivo e trasmetteva estrema sicurezza ogni volta che ti ci sedevi accanto per andare a prendere il caffè. Poi ogni settimana circa ci scrivevamo per sapere come stava e la sua prima preoccupazione era sempre per i miei genitori. Chiedeva regolarmente come stavano. Li aveva conosciuti già nel 2001, la prima volta che venne in Italia, e quindi per lui era normale avere notizie loro, ma a noi questa cosa sorprende sempre un po’, ma era un uomo, era come tutti noi, in più era anche un maestro, un maestro che ha vissuto la storia moderna del Vovinam e che ne è stato artefice. Al Gran Maestro Nguyen Van Chieu dobbiamo buona parte dello sviluppo attuale del Vovinam in Vietnam e nel mondo. Ha allievi sparsi in ogni dove che sono sempre rimasti in contatto con lui e che quindi hanno sempre portato avanti i suoi principi.
Era molto duro nell’ insegnamento quanto poi era delicato nel darti una pacca sulla spalla per farti i complimenti per aver fatto un bel quyen o comunque aver eseguito bene una tecnica.
Devo a lui il mio soprannome VINH TO. Vittorio era complicato, quindi scelse un nome che per assonanza potesse ricordare il mio, magari VITTO, quindi VINH TO, che non ha significato in Vietnamita, ma ha estremo significato per me ed è per questo che sul mio Vo Phuc non ho mai più messo il nome VITTORIO ma solo ed esclusivamente VINH TO che ancora adesso buona parte dei praticanti di Vovinam, specie in Vietnam, continuano ad utilizzare per chiamarmi.
La notizia della sua morte è stata una doccia fredda. Ho ricevuto il messaggio prima di tutti la sera stessa. Era il 3 Febbraio in Italia ed ero appena uscito dalla palestra. Erano le 23,15 forse, mi siedo in auto e leggo i messaggi ricevuti. C’era questo messaggio nella chat che condivido con la figlia e il maestro Florin.. uno shock!
Non ci credevo, sembrava un errore. Mi era stato chiesto di non divulgare, ma a casa non ho potuto non dirlo a mia moglie che ben lo conosceva. Il Maestro era stato anche a casa nostra a dormire le ultime due volte in cui venne a Milano, era uno della nostra famiglia come io della sua.
Il giorno seguente il web era infuocato ed ero pieno di messaggi che annunciavano la cosa, che però già sapevo.
Non potevo non andare, quindi subito ho organizzato tutto il lavoro e cercato un volo così che giovedì 6 sono partito subito.
Il 7 ero in Vietnam e subito sono stato portato a casa del maestro, la famosa e mitica 1938. Eh si, come l’anno di fondazione del Vovinam. Un caso? Mah! Chi lo sa? La casa del maestro è sempre stata qui, la casa che per molti anni mi ha ospitato, 1938 PHAM THE HIEN nel Q8 di Ho Chi Minh City.
Non avevo mai partecipato ad un funerale in Vietnam, è stata quindi una nuova esperienza. Tendenzialmente a nessuno verrebbe voglia di raccontare un funerale, ma in Vietnam questa cerimonia ha tutt altro sapore. La cerimonia prevede molti momenti diversi tra di loro che vanno dalla tristezza alla felicità.. e si, felicità perchè comunque il defunto viene celebrato con una grande festa che dura fino a 5 giorni.
In questo caso il maestro era una persona nota a livello nazionale, e non solo. Si sono mosse per lui persone da ogni angolo del Vietnam e del mondo. Oltre a me erano presenti dall’Europa il maestro Sudoruslan dalla Francia con 3 suoi allievi, il maestro Florin Macovei dalla Romania, il maestro Mohamed Djaouji dall’Algeria e numerose delegazioni da altre zone dell’Asia e del mondo.
Essere presente a questo evento è stato per me una sensazione strana. Ero felice di essere li a salutarlo, ma con una immensa tristezza perchè non potevo più parlargli e passare il tempo con lui. Le loro cerimonie aiutano a far si che questo momento sia meno pesante, ma poi capisci che il maestro non c’è più. Non c’è più fisicamente, ma il maestro resterà tra noi e resterà grazie a tutti noi che dovremo sforzarci ora ancora di più nel portare avanti i suoi principi di sviluppo del Vovinam. Era il primo ad auspicare ad un Vovinam unito, ma allo stesso tempo consapevole del fatto di quanto fosse difficile. In ogni caso ha sempre voluto parlare con tutti e cercare di essere il maestro di tutto il Vovinam e non solo di chi ne seguiva i suoi insegnamenti, e questo gli ha fatto molto onore perchè comunque ha sacrificato molto della sua vita per poter vedere il Vovinam come è ora in Vietnam e nel mondo, e quindi noi glielo dobbiamo e doviamo portare aventi il suo pensiero.
Per l’estate che verrà avevo già programmato un viaggio in Vietnam con alcuni miei allievi per portarli a conoscerlo o comunque a incontrarlo di nuovo nella sua terra, ma purtroppo questo non potrà accadere, ma il viaggio si farà perchè ora ha ancora più significato di prima. Andare in Vietnam d’ora in avanti sarà ancora più intenso perchè darà ancora più stimoli per poter portare avanti i suoi insegnamenti e la sua presenza sarà comunque dentro di noi e ci aiuterà nel coltivare sempre di più la nostra passione.
Grazie Maestro per ciò che ci hai dato e per ciò che continuerai a darci!”
Mon sinh Vittorio Vinh Tô Cera
Il video che il maestro VITTORIO CERA ha dedicato al GRAN MAESTRO…